Nel corso degli ultimi mesi, le trasformazioni indotte dall’emergenza Covid-19, oltre a costringerci al telelavoro, alla scuola a distanza e ai webinar, hanno interessato anche il mondo della salute e della sanità, con una notevole accelerazione di soluzioni tecnologiche per fare visite da remoto, monitorare parametri fisiologici da casa e formulare diagnosi di malattie. Il fenomeno della “digital health” (o sanità digitale) ha assunto una crescente importanza sociale tanto da meritare una voce specifica nella X Appendice dell’Enciclopedia Italiana Treccani. Per comprendere a fondo il suo significato, le applicazioni sul campo e i benefici attesi, la Treccani – Agenzia Puglia e Basilicata in collaborazione con Openwork, hanno organizzato per oggi (ore 18) un evento Online intitolato “Digital Health la nuova frontiera della medicina: significati e applicazioni”. All’evento parteciperanno alcuni esperti del settore, tra cui il prof. Eugenio Santoro, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, e curatore della definizione di Digital Health nell’Appendice X dell’Enciclopedia Italiana Treccani; Maurizio Leone, Direttore UOC Neurologia dell’IRCCS
Casa Sollievo della Sofferenza; Piero Cosoli, Health Business Line Manager di Openwork srl.
Secondo una ricerca del prof. Santoro, in Italia, nel contesto attuale dominato dalla pandemia, “sono state 174 le iniziative di impiego di strumenti digitali intraprese dalle Aziende Sanitarie Italiane a supporto delle visite da remoto dei pazienti (il 29% per la gestione di pazienti Covid, il 71 % per le patologie croniche) con una maggiore prevalenza delle visite a distanza (47%) rispetto al telemonitoraggio (33%)”. L’evento organizzato da Treccani e Openwork, oltre a fotografare l’ecosistema degli strumenti di telemedicina più utilizzati in Italia e nel mondo, vuole discutere delle potenzialità del fenomeno in Puglia, attraverso alcuni casi concreti.
In Puglia, infatti, uno dei progetti di telemedicina più premiati a livello nazionale è quello proposto da Maurizio Angelo Leone, direttore dell’Unità di neurologia di Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, nato dall’esigenza dei clinici di monitorare costantemente e fornire tele assistenza ad alcuni giovani malati di sclerosi multipla seguiti dal proprio domicilio, attraverso la piattaforma Jamio realizzata dall’azienda informatica Openwork. «La sclerosi multipla ha sottolineato Leone è la più frequente causa di invalidità neurologica nei giovani ed è caratterizzata da un decorso cronico che condiziona la qualità di vita delle persone dal punto di vista fisico e psicologico. L’andamento della malattia è purtroppo poco prevedibile e per questo l’aiuto che possono offrire le tecnologie è importante per ridurre gli spostamenti, organizzare meglio il proprio tempo, e ricevere costante supporto da parte dell’equipe assistenziale. L’obiettivo finale è di migliorare la qualità di vita dei pazienti. Dall’altra parte l’equipe medica può integrare le informazioni cliniche già disponibili in ospedale con quelle rilevate sul territorio e con bio segnali (frequenza cardiaca, temperatura, sonno, mobilità) e informazioni (tramite questionari, video chiamate, trasmissione di immagini, rilevazione di eventi avversi) rilevate attraverso device facilmente disponibili sul mercato. I giovani pazienti che hanno sperimentato tutto l’ecosistema E-health hanno definito “facili da usare” tutte le opportunità offerte, e si sono dimostrati entusiasti di questa possibilità». Per seguire l’evento in programma oggi (ore 18) è necessario registrarsi.